Da sempre, l’essere umano cerca di ottenere una comprensione più profonda dell’universo in cui vive e si pone interrogativi ai quali è impossibile dare risposta. Questa ricerca, antica quanto la storia stessa dell’uomo, è stata spesso condotta tramite pratiche esoteriche, ovvero un’insieme di dottrine e conoscenze di natura occulta, mistica o spirituale generalmente distinte dai dogmi religiosi e scientifici comunemente accettati. Tra queste discipline sono incluse l’astrologia, l’alchimia, la cabala, la magia e altre forme di sapere arcano come lo yoga. L’oggetto centrale di studio di questi rami del sapere include simboli, rituali, testi e tecniche specifiche.
In questa sede analizzeremo il simbolismo connesso alla luna, in base al principo della conoscenza verticale. Il verticalismo si basa sul concetto “Quod est superius est sicut quod est inferius, et quod est inferius est sicut quod est superius”, massima citata ne “La Tavola di Smeraldo” e il cui significato è “come in alto così in basso”. Questa visione dell’esistenza riflette il principio di corrispondenza, in base al quale esiste una relazione speculare tra i vari livelli che compongono la realtà. Pertanto, qualsiasi cosa accada a un determinato livello della realtà, avrà ripercussioni su tutti gli altri. Ciò che si può osservare studiando il piccolo (microcosmo) può rivelare la natura del grande (macrocosmo) e viceversa. È quindi evidente l’interconnessione di tutto il cosmo. Questo concetto ha implicazioni profonde per la comprensione della natura e dell’universo.
Ma veniamo ora al ricco simbolismo lunare. Come per tutto ciò che forma parte del piano visibile della realtà, abbiamo due modi per analizzare la luna: quello scientifico e quello derivato dalla nostra esperienza. Stando al sapere astronomico, senza scendere troppo nel dettaglio, potremmo affermare che la luna è il più grande satellite del sistema solare, con una massa pari a un quarto di quella della terra. Compie su stessa un moto di rotazione, intorno alla terra un moto di rivoluzione e intorno al sole un moto di traslazione. La luna impiega circa 27 giorni a compiere un giro completo intorno alla terra, anche se un osservatore terrestre ne conta all’incirca 29 da una luna nuova a un’altra. Poiché la durata della rotazione sul proprio asse è sincrona rispetto a quella intorno alla terra, la luna ci mostra sempre la stessa faccia. Ciò che si conosce attualmente su questo corpo celeste deriva da scoperte relativamente recenti, giacché i primi studi diretti furono possibili a partire dagli anni ‘60, quando si svolsero le prime missioni spaziali.
La luna tuttavia è un oggetto di studio antichissimo, e tutto il sapere accumulato nei millenni è stato possibile prevalentemente grazie all’osservazione a occhio nudo. È pertanto un sapere accessibile a chiunque abbia la capacità di rivolgere il proprio sguardo al cielo. Tale sapere, inserito nel piano verticale della realtà, ci apre le porte al simbolismo lunare e ai suoi sfaccettati e numerosi significati. Per esplorare al meglio le sue molteplici valenze bisogna servirsi dell’analogia. Dobbiamo cercare di immaginare i simboli in base alle possibili connessioni che possono prodursi tra concetti affini. Ogni significato simbolico non è altro che la declinazione di una matrice, di un principio primo, o archetipo.
Partiamo quindi da un’osservazione puramente empirica della realtà. La prima cosa che riscontriamo è che la luna, insieme al sole, è il più grande oggetto osservabile nella volta celeste (ai nostri occhi sole e luna hanno la stessa dimensione). In secondo luogo, notiamo che, proprio come il sole, è luminosa (anche se di luce di riflessa). Questo è il motivo per cui parliamo di luminari pur essendo il sole una stella e la luna un satellite. Rispetto al sole, che sorge e tramonta sempre nello stesso posto, rispettando una traiettoria abbastanza precisa (si modifica leggermente soltanto con il mutare delle stagioni), la luna compie un tragitto celeste totalmente irregolare. Ogni giorno sorge e tramonta in punti diversi e non pare seguire una rotta prestabilita. Anche il tipo di luce emessa è diversa. La luce solare è potente, calda, permette di osservare chiaramente la natura per quello che è. La luce della luna invece è più debole, algida e sfuma parecchio i contorni della realtà, fino a nasconderceli completamente in corrispondenza della luna nuova.
Da tutte queste prime osservazioni diventa evidente che sole e luna sono due entità opposte e complementari, come lo sono l’uomo e la donna. Otteniamo da qui il primo significato simbolico della luna come donna, espressione di un’energia femminile contraria a quella del sole, che è un’energia maschile. Nello yoga troviamo ida nadi e pingala nadi, i due principali canali energetici del nostro corpo sottile, che corrispondono rispettivamente al lato sinistro (quello lunare) e a quello destro (quello solare).
Da questo primo significato, andiamo a estrapolare tutti i significati successivi. Curiosamente, la durata del ciclomestruale è di 28 giorni, pari al tempo impiegato dalla luna a compiere il suo moto di rivoluzione. È inoltre interessante notare come la radice etimologica indoeuropea della parola mese sia connessa in svariate culture al concetto di luna e a quello di mestruo. Il ciclo mestruale ci conduce direttamente al successivo significato simbolico attribuito alla luna, ovvero quello della procreazione e della luna come madre. I culti antichi delle società pre-patriarcali erano profondamente connessi alla fertilità della madre terra, perché madre natura, se prospera, può generare, dare i suoi frutti, e offrire sostentamento alimentare al proprio popolo. La luna è connessa ai raccolti, alla semina e alla lavorazione della terra (attività per le quali si consulta il calendario lunare e non quello solare).
Dal concetto di madre dipartono tutta una serie di ramificazioni, come la gravidanza, il parto, la nascita, l’allattamento. La luna è connessa al grembo, al ventre materno. Al nono mese, quando raggiunge la sua massima rotondità, evoca chiaramente la forma sferica della luna piena. Il colore bianco della luna piena poi è immediatamente associato al latte e quindi al seno; ancora una volta ritroviamo il concetto di nutrizione.
Sempre per analogia, possiamo giungere a ulteriori importanti significati simbolici della luna. La sua luce fioca, è associata al riposo notturno, in contrapposizione all’intensa luce solare, in concomitanza della quale l’uomo lavora, interagisce con i propri simili, vive nell’estroversione e consuma energia. Una volta rincasati dopo una giornata di sforzi, si fa ritorno all’intimità del focolare, al tepore della vita familiare. Le ore della notte sono quelle della quiete, in cui il dispendio energetico diurno viene compensato dal raccoglimento tra le mura domestiche. È il momento del relax, ma anche dell’apatia e della pigrizia. La casa è il nostro punto di partenza, l’origine. Ancora una volta, per estensione e per analogia, arriviamo al concetto più ampio di origine come radice. Se noi siamo la fronda più esterna dell’albero, l’albero in sé rappresenta il più grande clan al quale apparteniamo, che va oltre il concetto di famiglia di sangue e ingloba quello di patria, di terra, di nazione.
La luce argentata della luna e la sua presenza notturna la collegano inoltre al sonno e al mondo dei sogni. La dimensione onirica è irreale, è il prodotto di quella parte della mente che non risponde al raziocinio e al rigore della logica. C’è qui una corrispondenza con il lato nascosto della luna, quello che non è mai visibile dalla terra, ed è pertanto oscuro, sconosciuto e inaccessibile, proprio come quella parte dell’io nascosta alla vista, l’inconscio. L’inconscio è l’aspetto insondato, indomato; è la sede di tutte le nostre emozioni. Le emozioni rappresentano i nostri stati d’animo e colorano continuamente la nostra vita interiore. Gli stati d’animo sono per natura mutevoli e incostanti. Un momento si è tristi, quello dopo si è felici. Da qui, il concetto di volubilità e instabilità, tipici della luna. Non a caso definiamo lunatico colui che cambia di umore con la stessa facilità con cui la luna cambia d’aspetto ai nostri occhi. Potremmo poi aggiungere che una grande connessione al proprio mondo interiore e alle proprie emozioni sia spesso sinonimo di immaginazione e fantasia. Inoltre, chi è capace di sintonizzarsi con facilità sul canale delle emozioni sarà con ogni probabilità una persona sensibile, dotata di una certa empatia. Avere empatia, significa perdere di vista i propri contorni, non sapere dove finiamo noi e dove cominicia l’altro. I limiti si fanno tenui, labili. Le forme perdono la loro definizione. Per la mancanza di una forma specifica, in questo senso, la luna è connessa all’elemento acqua. L’acqua è infatti di per sé amorfa, può soltanto assumere la forma del recipiente che la contiene. Questo concetto ci apre la porta ai principi di ricettività e passività.
L’acqua inoltre è tipicamente fredda però può incamerare e conservare il calore dei raggi solari e tutto ciò è in analogia alla capacità della mente di trattenere i ricordi, andando così a creare il tessuto della memoria. La memoria è connessa alla saggezza. Nel simbolismo lunare, la saggezza è quella magica dell’intuizione e della visione. La capacità di vedere nelle tenebre è associata inoltre ai concetti di guida e protezione in tempi di oscurità e incertezza. La luna è spesso vista come una guardiana per chi si trova in difficoltà.
In alchimia, la luna (associata all’argento) è spesso contrapposta al sole (associato all’oro) e rappresenta l'aspetto femminile e ricettivo dell'universo. È un simbolo della materia prima che deve essere purificata e trasformata.
Nei tarocchi, la carta della Luna rappresenta l'illusione, il subconscio e le paure nascoste, ma anche l'intuizione e la rivelazione.
Nello yoga, la luna riveste un significato simbolico e concreto importante, influenzando profondamente diverse pratiche e tradizioni.
È il caso dell’Hatha Yoga, in cui "Hatha" è spesso interpretata come l'unione di "Ha" (sole) e "Tha" (luna). La pratica dell'Hatha Yoga mira a bilanciare queste due energie nel corpo (da un lato le qualità dinamiche, attive e solari, dall’altro quelle riflessive, intuitive e lunari) per raggiungere uno stato di armonia e benessere.
Un’altra pratica che evoca la luna nello yoga è Chandra Namaskar (saluto alla luna). Composto da una serie di asana eseguiti in sequenza e volti a calmare la mente e rilassare il corpo, viene praticato la sera per connettersi e incanalare l’energia lunare.
A livello di pranayama, si può menzionare invece Chandra Bedha Pranayama (conosciuto anche come respiro lunare). Esso prevede l'inspirazione attraverso la narice sinistra (connessa all'Ida Nadi) e l’espirazione attraverso la narice destra. Questa pratica aiuta a tranquillizzare la mente e a ridurre il calore corporeo, favorendo un effetto rinfrescante e calmante in tutto il sistema nervoso.
In definitiva, le pratiche yogiche che incorporano la consapevolezza della luna aiutano i praticanti a connettersi con i ritmi naturali dell'universo, promuovendo equilibrio, armonia e introspezione.